Teatro

Sindrome Italiana, il nuovo spettacolo di MitiPretese debutta a Brescia

Sindrome italiana
Sindrome italiana © Umberto Favretto

Il testo di Lucia Calamaro indaga sulla condizione delle donne dell'est Europa dopo in seguito alla loro esperienza come colf o badanti

“Una cosa che esiste, che tutti conoscono, ma di cui nessuno parla: per empatia, solidarietà, per senso di colpa e anche un po’ per immedesimazione.” Così viene definita da Lucia Calamaro e MitiPretese  la condizione delle badanti in Italia, affrontata in Sindrome italiana, la nuova produzione del CTB Centro Teatrale Bresciano, in collaborazione con Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e TeatroDue di Parma.

Il difficile ritorno in famiglia di colf e badanti

Lo spettacolo, su testo della stessa Lucia Calamaro e interpretato e diretto dalle tre attrici della compagnia MitiPretese, ovvero Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti e Mariàngeles Torres affiancate sulla scena da Monica Bianchi, debutta sul palco del Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara di Brescia martedì 13 novembre.

Sindrome italiana” è il nome con cui due psichiatri ucraini hanno battezzato la depressione che colpisce molte donne dell’est Europa che per lunghi anni vivono in Italia come colf e badanti. I sintomi di questa sindrome - cattivo umore, tristezza persistente, insonnia, stanchezza e fantasie suicide - si manifestano al loro ritorno a casa quando, dopo molti anni di assenza, devono affrontare il reinserimento in famiglia. Una profonda solitudine prende il sopravvento: è il principio di una radicale scissione identitaria. Queste donne non sanno più a quale famiglia, a quale parte dell’Europa appartengono.
 

Un viaggio verso un altrove migliore

Prendendo spunto dalla riflessione sulla condizione delle donne italiane di oggi, le quattro attrici hanno immaginato di partire loro stesse, abbandonando le proprie case e famiglie per dedicarsi a case e famiglie di altre persone: “Non potevamo fingere di saper come e cosa sentono donne immigrate di mezza età che decidono di abbandonare tutto per una vita vissuta in un altrove economicamente migliore ma affettivamente devastato. Un altrove che di fatto riduce il loro ruolo di madri, figlie, mogli a quello di bancomat, e le forza a un presente di intime accudenti di estranei, affettive e tuttofare. Noi non laviamo gli anziani degli altri, non li imbocchiamo, non ci limitiamo più ad abitare e incarnare il femminile accudente che per secoli ci è toccato in sorte. Non lo facciamo più perché lo fanno loro. Ma se toccasse di nuovo a noi? E allora ci siamo immaginate di partire noi. Di diventare loro. E nel mondo rovesciato, che ha regole diverse del mondo che sta dritto, ci siamo organizzate per fare un viaggio che arriva esattamente al punto di partenza: l’Italia. L’Italia delle badanti. E cosi, le badanti, siamo diventate noi.”


Per INFO, DATE e ORARI vai alla Scheda dello spettacolo.